Da qualche settimana Panama è finita sotto i riflettori dell’opinione pubblica globale. Colpa di Donald Trump che, prima in campagna elettorale poi in occasione della cerimonia d’insediamento, ha “minacciato” di volersi riprendere il Canale di Panama: non un’infrastruttura qualunque ma un Canale, appunto, che consente alle navi di passare dall’Oceano Pacifico all’Atlantico senza circumnavigare il continente americano.
La storia dice che l’opera fu progettata, costruita e finanziata dagli Stati Uniti, che la controllarono fino al 1999, e cioè fino a quando gli stessi Usa non cedettero il sito a Panama, rinunciando al suo controllo e a quello delle aree circostanti. Da quel momento in poi il vuoto panamense sarebbe stato gradualmente coperto da una nuova potenza: la Cina. Nei due decenni a venire, e in concomitanza con la crescita della sua influenza in America Latina e Centrale, Pechino intravide infatti un’occasione commerciale d’oro da sfruttare proprio nel Canale di Panama. Accordo dopo accordo, investimento dopo investimento, il Dragone sarebbe presto riuscito a mettere radici nel “cortile di casa” di Washington, Panama compreso. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: