Nel febbraio 2022, quando la Russia invase l’Ucraina, sembrava l’alba della terza guerra mondiale. I media si riempirono di scenari apocalittici, gli analisti si rincorsero nel prevedere crolli finanziari e gli investitori iniziarono a tremare. Ottobre 2023, Hamas attacca Israele e Tel Aviv risponde con una feroce offensiva su Gaza. Ancora una volta, i titoli dei telegiornali parlarono di tempeste perfette per l’economia globale. Ora, nel 2025, Israele ha colpito direttamente l’Iran, e i riflettori sono di nuovo accesi su una possibile escalation mediorientale.
Eppure, a osservare i dati di borsa, il quadro appare sorprendente. I mercati globali hanno reagito, sì, ma senza panico. L’oro ha consolidato i suoi massimi, il petrolio è risalito da livelli insolitamente bassi e il dollaro, al contrario, ha subito qualche pressione, ma per motivi più interni alla politica monetaria americana che al rischio bellico. Il famigerato Liberation Day evocato da Trump ha generato più sconcerto nei talk show che sulle piazze finanziarie. [...]
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