Cosa farà la Fed al meeting del FOMC in programma domani e dopo? Proseguirà imperterrita nel suo ciclo di turbo-rialzi, a fronte di un’inflazione ancora da anni Ottanta oppure comincerà un rallentamento degli stessi? Di più, davvero è possibile che, forse influenzata dal clima di dolcetto o scherzetto di Halloween, lancerà i prodromi del vero e proprio pivot, cioè un assist macro all’economia reale (e agli indici azionari) che presupponga un cambio di priorità fra inflazione e recessione?
Conseguenza pressoché immediata, la Fed sarebbe appunto pronta a dar vita al cosiddetto pivot della sua politica monetaria. Cioè rallentare i rialzi a livello di controvalore per garantire un sostegno all’economia reale che affronta i primi, pesanti contraccolpi pre-recessivi. E lo stesso, stante le proiezioni da film horror dei dati di crescita dell’eurozona, potrebbe essere costretta a fare la BCE, dopo due ritocchi di fila da 75 punti base e a fronte di un’inflazione che ha registrato un calo solo in Spagna, viaggiando ampiamente in doppia cifra a livello generale. E in tal senso, la pausa da decisioni monetarie fino al board del 14-15 dicembre sembra offrire a Christine Lagarde un arco temporale di sviluppo macro sufficiente a giustificare una svolta da colomba. [...]
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