Per giorni, la Borsa energetica di Amsterdam è stata il centro del mondo. Tutto passava dalle valutazioni di quei futures. E, soprattutto, ogni male del mondo era dovuto alla speculazione. Persino la nebbia o il caldo fuori stagione. D’altronde, trattasi un alibi con alle spalle una lunga e consolidata carriera.
In accoppiata con il caro-bollette, enfatizzato e drammatizzato da talk-show il cui palinsesto era basato unicamente sulla sfilata dolente di piccoli imprenditori e commercianti costretti a chiudere le proprie attività, dopo decenni di onorato lavoro. Una Via Crucis del MWh. Poi, di colpo, tutto sparito. Prima i rave, poi gli sbarchi. Il gas non è più un problema. Amsterdam è tornata la città dei canali e non più la Gomorra della speculazione ed è bastato un decreto sulla rateizzazione delle utenze energetiche per far rifiorire di colpo il Pil. [...]
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