Davvero la proposta di tregua per il Natale ortodosso avanzata da Vladimir Putin, conclusasi prima di cominciare fra cannonate e accuse incrociate tra le parti, era da considerarsi unicamente una trappola cinica, come l’ha bollata immediatamente il presidente ucraino?
No. In realtà, era molto peggio. Quantomeno per l’Occidente, completamente all’oscuro di quanto stia accedendo dietro le quinte di una guerra divenuta ormai reset geopolitico di portata storica. Ma debitamente pittata con scadenza quotidiana con i colori sempre meno brillanti dello scontro fra democrazia e democratura. Occorre infatti partire da un presupposto: da qualche tempo, il presidente russo sta muovendosi nel solco di una nuova spinta diplomatica. Ma non per debolezza o come risposta a rovesci inattesi sul campo. [...]
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