Nuovi documenti, nuove accuse, soprattutto dei sostenitori di Trump, contro Biden. Cosa rischia (davvero) il presidente degli Stati Uniti? Nella giornata di sabato 21 gennaio l’FBI è entrato e ha perquisito, ancora una volta, l’abitazione di Joe Biden. La nuova perquisizione, che l’avvocato di Biden sottolinea essere avvenuta in piena collaborazione tra le parti, ha permesso agli agenti di prelevare ulteriori documenti riservati. Dall’inizio del mese, quando la notizia del ritrovamento di documenti riservati negli uffici del centro studi di Biden, è divenuta pubblica, il numero dei documenti classificati come “riservati” e ritrovati in possesso del presidente ha continuato a crescere.
Il paragone con la vicenda che ha visto protagonista l’ex presidente Donald Trump è ormai inevitabile. L’opinione pubblica è divisa e non stupisce, soprattutto alla luce dei risultati elettorali tra le due formazioni politiche. C’è chi però fa notare il differente trattamento giornalistico riservato ai due. Perché se è vero che Trump si dimostrò molto più ostile a dare informazioni sui documenti riservati nelle sue abitazioni, anche Joe Biden non può vantare una trasparenza senza ombre nel trattamento dei documenti classificati come “riservati”. [...]
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