C’è da dire che queste dichiarazioni del presidente Putin non rassicurano però i pacifisti russi, allarmati soprattutto dalle notizie che arrivano dai territori controllati da Kiev, dove il governo di Zelenskij ha messo in atto una vera e propria caccia all’uomo, cercando di rimpiazzare l’altissimo numero dei militari uccisi e mutilati nella macchina tritacarne di Bahmut e dintorni. Il presidente ucraino ha incaricato le squadre dei funzionari dell’ufficio di arruolamento, di organizzare vere e proprie rappresaglie contro i cittadini, che vengono braccati per strada, nei luoghi pubblici o nelle abitazioni, portati via con forza, spesso picchiati e maltrattati di fronte ai propri famigliari (come mostrano numerosi video diffusi in rete). Questa condotta in Russia viene interpretata come un brutale inasprimento del conflitto e i giovani russi che non vogliono partecipare alla guerra temono che anche le autorità del loro paese potranno seguire il modello ucraino, costringendoli con violenza ad imbracciare le armi. Il timore è del tutto legittimo e comprensibile, tuttavia è poco attinente alla realtà delle cose, in quanto l’esercito russo attualmente non versa in condizioni disperate come al contrario accade per quello ucraino. [...]
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