Per la prima volta in dodici anni, tutte e otto le principali sigle sindacali hanno indetto proteste congiunte, con il sostegno dei principali partiti di opposizione. Le mobilitazioni proseguono dalla fine di gennaio quando il governo ha cominciato l’iter parlamentare per approvare la riforma. Da mesi tra i sindacati e il governo sono in corso trattative per una possibile accordo, senza però riuscire a raggiungere alcun compromesso.
Quella di sabato è stata l’ultima giornata di mobilitazione prima del D-day del 7 marzo, quando i sindacati hanno minacciato di paralizzare il Paese con scioperi a oltranza. Il presidente francese ha duramente attaccato le opposizioni, definendole «allo sbando» e incapaci di «mettere i francesi al centro delle loro preoccupazioni». Macron aveva comunque già ribadito la sua determinazione a portare avanti la riforma del sistema pensionistico che era stata un pilastro della sua campagna elettorale, pur definendo «legittime» le contestazioni popolari. [...]
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