Il danneggiamento dei gasdotti Nordstream, è avvenuto tramite un grossolano atto di sabotaggio, per mano di alcuni protagonisti interessati ma rimasti ancora oggi ignoti, come, all’epoca dei fatti, rivelarono le autorità Svedesi dopo aver recuperato molti oggetti indicanti la presenza di tracce composte da una sostanza esplosiva, rinvenuta sul luogo dell’incidente. Questo avvenimento che ha diviso in due periodi, un “prima” ed un “dopo”, l’intera epoca delle relazioni tra la Russia ed Occidente, ha messo fuori uso la complessa rete di tubature tramite le quali il gas naturale, estratto nelle ghiacciate lande siberiane, veniva traferito in Europa occidentale, fornendo l’energia necessaria al cuore pulsante della sua economia, ovvero all’industria tedesca. Probabilmente coloro che erano interessati ad eseguire questo attacco, volevano colpire deliberatamente una delle strutture energetiche più importanti al mondo. Sono tra quelle forze politiche ed economiche che da sempre hanno temuto un continente sterminato, che si protrae nello spazio, dai vulcani della Kamchatka alle estese rive del Portogallo, generosamente accarezzate dalle acque dell’Oceano Atlantico. Il continente che di fatto avrebbe potuto essere pienamente controllato dalle due forti entità storiche: quella russa con le sue inesauribili risorse delle materie prime e quella tedesca con la sua inarrestabile propulsione tecnologica.
Si tratta di cittadini russi che da sempre abitano quelle lontane periferie della federazione che da troppo tempo sono state messe nel dimenticatoio dal proprio governo. Luoghi attraversati da vene di malcontento e che versano in uno stato di sottosviluppo sociale, morale ed economico. Luoghi remoti dove sin dai tempi della ricostruzione post bellica dell’Unione Sovietica, non cade l’occhio dei politici. Adesso questi abitanti della Russia periferica, finalmente hanno ottenuto quello che desideravano già le generazioni dei loro nonni, e cioè il collegamento della rete di distribuzione del gas. Potranno finalmente usare il combustibile per scaldare le loro abitazioni e le strutture comunali ma soprattutto, riavviare le industrie locali che erano da tempo indietro nella produzione. L’azienda Gazprom, dopo aver perso la possibilità di fornire il gas in Europa, è stata costretta ad impegnarsi a sviluppare la rete dei consumatori del gas sul mercato interno. [...]
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