Dopo il crack della SVB, Signature e SilverGate, i problemi della First Republic Bank e infine il ciclone Credit Suisse (peraltro annunciato da tempo) e le turbolenze che si sono succedute, i mercati azionari europei si sono stabilizzati giovedì 16 marzo, proprio dopo che Credit Suisse ha dettagliato i piani per prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri dalla Banca Nazionale Svizzera per "rafforzare preventivamente la propria liquidità". L’istituto di credito svizzero era infatti stato sottoposto a un nuovo severo esame dopo che il suo principale azionista, la Saudi National Bank, aveva indicato mercoledì che non avrebbe fornito capitale aggiuntivo se richiesto.
Le preoccupazioni degli investitori sullo stato di salute del sistema bancario globale si sono ripercosse sui prezzi degli asset di questo comparto negli ultimi giorni. Il sottoindice dell’Eurostoxx 600 delle banche europee (cod. Bloomberg SX7P) è sceso del 6,9% mercoledì 15 marzo, con Credit Suisse in calo del 24%, BNP Paribas del 10% e Société Générale del 12%. La pressione si è estesa al settore bancario asiatico giovedì 16 marzo, con l’indice giapponese Topix Bank e l’indice finanziario Hang Seng in calo rispettivamente del 3,3% e del 2,2%. Dall’8 marzo ad oggi venerdì 17 marzo l’indice delle banche dello Stoxx 600 è sceso del 12%.. [...]
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