Si tende sempre più a guardare le diverse componenti dei prezzi per identificare ciò che sta contribuendo maggiormente all’inflazione core. Ovviamente, alcuni osservatori hanno ritenuto che l’aumento dei prezzi di oggi sia "l’inflazione di Putin", a causa del ruolo che l’invasione russa dell’Ucraina ha svolto nel far salire i costi energetici delle imprese e delle famiglie l’anno scorso. Questa interpretazione ha creato l’illusione che l’inflazione sarà molto più bassa nel 2023, dal momento che i prezzi dell’energia non dovrebbero aumentare ulteriormente quest’anno. Di conseguenza, alcuni commentatori negli Stati Uniti e in Europa avvertono che l’inasprimento della politica monetaria da parte della Federal Reserve statunitense e della Banca centrale europea rischia di essere eccessiva.
Tali avvertimenti sono prematuri, se non controproducenti. L’inflazione tende a diventare persistente a causa di effetti di secondo ordine. Non solo i prezzi alla produzione sono aumentati molto di più durante questo periodo, ma non sono ancora stati completamente traslati attraverso la catena del valore. Inoltre, i salari nominali sono già aumentati o lo faranno quest’anno. Ad esempio, gli aumenti salariali del 2023 concordati tra sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro nella zona euro ammontano già al 5%. Poiché le aziende cercheranno di trasferire questi costi ai loro clienti, l’inflazione di base rimarrà probabilmente superiore a quanto suggeriscano attualmente le previsioni. [...]
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