Un tempo i commentatori di grido lo definivano “anarcoide piccolo borghese”, “politico d’accatto”, “relitto craxiano”, “buffone da commedia dell’arte”, “uomo di plastica”, “caimano”, e anche molto peggio di così. Eppure oggi, nell’incredulità di mezzo paese, lo ritroviamo nel pantheon dei padri della Repubblica, elevato al rango di statista, solennemente celebrato dal lutto nazionale e dalle bandiere delle istituzioni poste a mezz’asta.
Berlusconi fu definitivamente buttato fuori a calci da Palazzo Chigi nel novembre 2011, nel mezzo dei tumulti causati dalla crisi dell’eurozona. Fino a quel momento il suo governo aveva faticato ad adeguarsi alle lettere d’intenti della BCE e alle pressioni delle altre istituzioni europee in merito alle modalità di gestione della crisi. Berlusconi e i suoi non avevano molta voglia di finanziare il fondo europeo necessario ai salvataggi delle banche franco-tedesche, e soprattutto non volevano aumentare la pressione fiscale sui loro elettori: imprenditori, autonomi, redditieri. [...]
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