Per anni si è creduto, ingenuamente, che robot e algoritmi non avrebbero potuto soppiantare né i colletti bianchi né tantomeno gli artisti, i giornalisti o le professioni in cui è richiesta empatia. Le macchine, secondo un adagio comune, avrebbero disboscato quei lavori ripetitivi, da catena di montaggio, oppure pericolosi. Invece, negli ultimi anni, si è accertata una tendenza diversa.
L’Intelligenza Artificiale ha iniziato a erodere terreno attorno ad avvocati, giudici e notai, non lesinando minacce alle professioni sociosanitarie (infermieri, medici, badanti), spingendosi sempre più nel campo dello spettacolo (influencer, attori, sceneggiatori, doppiatori, montatori) e dell’informazione (a tremare ora sono i giornalisti e i conduttori). [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: