Da settanta anni, tutti gli indicatori eco-climatici del pianeta o tutti i principali e tra questi i più delicati, vanno fuori scala, lasciano la progressione inclinata in un certo modo e ne prendono un’altra che punta repentinamente in alto. Ripeto “ecologici e climatici” che sebbene noi le si tratti come questioni separate non lo sono affatto visto che è sempre e tutta chimica, disciplina su cui c’è una vasta ignoranza. Sempre da settanta anni la popolazione terrestre è triplicata e industria, agricoltura intensiva, bisogni energetici e nuove intensità di consumo della società iper-accessoriate si sono estese all’Asia dove c’è il 60% della popolazione mondiale.L’insieme di questi fatti non si è mai verificato nella storia umana di tre milioni di anni.
Gli effetti di questa progressione annunciata già dai primi anni ’70, si sono fatti sentire negli anni ’80. I primi anni ’90, quando molti di voi non erano ancora nati o si occupavano d’altro, 102 premi Nobel (incluso Rubbia) lanciano un “avviso all’umanità” (avviso! non appello) dicendo che le cose stavano andando fuori registro e promettevano di andar sempre peggio se non si fosse intervenuto. A seguire, esce un altro appello questa volta firmato da 72 premi Nobel preoccupato del fatto che le questioni in ballo erano molto complesse e dovevano esser gestite con criteri scientifici visto il summit di Rio che prendeva una piega un po’ troppo anticapitalista. Ripeto: trenta anni fa. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: