Il 4 ottobre, Papa Francesco (per correttezza voglio specificare che chi scrive non ha credenze religiose) rilascerà la seconda puntata della sua enciclica Laudato sì (2015), nelle intenzioni non una enciclica ma una esortazione. A sue parole: “E’ necessario schierarsi al fianco delle vittime delle ingiustizie ambientali e climatiche sforzandosi di porre fine alla insensata guerra alla nostra casa comune, che è una guerra mondiale terribile” pronunciate nel viaggio di ritorno di quello che pare esser il suo ultimo viaggio apostolico, in Mongolia. Sebbene si chiami Francesco ed il 4 ottobre sia la festa di San Francesco, Bergoglio è gesuita.
Nel XVII secolo, i Gesuiti fecero enormi sforzi coordinati per portare il cristianesimo in Cina. Esemplificativo del movimento, fu Matteo Ricci. I gesuiti prima vissero in Cina per un po’ per capire meglio come funzionava da quelle parti. Conosciuto l’ambiente, cominciarono a tessere le loro reti per cercar di arrivare alla corte imperiale. Capivano che lì bisognava andare alla testa per produrre qualche effetto, ma capivano anche che quella testa era molto complessa ed ereditava credenze secolari difficili da cambiare oltretutto in un auspicato movimento di auto-riforma. Contavano su un set di conoscenze tecno-scientifiche che promettevano di condividere in modo da invogliare ad accettarli a corte, in pratica cercavano di sedurre la casta dei funzionari confuciani stante che il sapere e la conoscenza era centrale nell’immagine del mondo confuciana. [...]
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