In un articolo nel Washington Post del mese di gennaio del corrente anno Eric Adams, sindaco di New York, aveva cantato le lodi dei migranti “provenienti da tutte le parti del mondo”, i loro contributi e quelli dei loro discendenti. Gli immigrati, scrisse Adams, sono stati il motore economico della città che riempie le casse del fisco federale. Adesso, però, Adams ha cambiato idea e ha recentemente descritto l’impatto dei migranti come possibile causa della distruzione della città. Che cosa è successo?
Il numero dei migranti nella Grande Mela ha raggiunto più di 100 mila unità e potrebbe creare un buco nel bilancio comunale di 12 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. I costi sono insostenibili, secondo il sindaco. La città spende più di 300 dollari al giorno per ogni migrante. Le mani di Adams sono in parte legate da un accordo comunale che risale al 1981 secondo il quale la città fu costretta a garantire alloggio a chiunque ne abbia bisogno “per motivi fisici, mentali o disfunzioni sociali”. L’accordo storico non si riferiva ai migranti ma ovviamente anche loro sono inclusi. Le spese per trovare alloggi ai senzatetto e i migranti hanno costretto Adams a suonare un campanello d’allarme fiscale perché il bilancio della città non sarà sufficiente per fornire i servizi al numero crescente dei nuovi arrivati e ai residenti della Grande Mela. [...]
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