Abbiamo da una parte società complesse e dall’altra un mondo sempre più complesso a cui queste debbono adattarsi. Il mondo non è in uno stato omogeneo, quindi non possiamo usare il concetto di società complesse come un universale: dobbiamo socio-storicamente determinarle.
Non abbiamo ancora invocato altre variabili quali la religione, il pluripartitismo e spesso meccaniche elettive proporzionali, il welfare state, la geografia che vede l’Europa essere una propaggine del continente euroasiatico dirimpetta il continente africano ed il non avere due immensi oceani che la isolano e la difendono dal resto del mondo, la pluralità etno-linguistica, la demografia anagrafica e l’indice di riproduzione, la metafisica. Alcuni, per altro, potrebbero ritenere questo parziale ultimo elenco di tratti soft, anche più decisivi in descrizione di quelli hard prima esposti, tuttavia rimaniamo nelle scansioni logiche quantitative dominanti. [...]
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