Le ricorrenti discussioni sulla lotta alla evasione fiscale sono armi di distrazione di massa. Soprattutto quando a parlare è Bankitalia, ente pubblico controllato dalle banche private (serve altro?), che, colpita periodicamente da un virus filantropico, ha sempre attribuito la crisi del paese alle manovre che aumentano il limite di utilizzo del contante o eliminano l’obbligo del pagamento con moneta elettronica.
Perché non lo fanno? Perché se lo Stato attaccasse quei capitali con più costanza e decisione, essi migrerebbero all’estero. Si impoverirebbe, dunque, un asset determinante per la banca quale è quello della “raccolta”, un meccanismo di accumulo di denaro grazie al quale gli stessi istituti si reggono in piedi. Forse sono proprio questi ultimi, la più potente lobby del paese, a impedire che si indaghi; forse sono le banche, che in Italia manovrano il sistema politico e quello dei controlli, a mettere il veto sul controllo delle cassette di sicurezza e delle fiduciarie. In questi contenitori ci sono milioni e milioni di euro sommersi, il 70% della totale evasione fiscale del paese. Non quella del gestore del bar sotto casa! [...]
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