Donald Trump e Joe Biden puntano ai voti degli operai dell’industria e ad essi guardano come a un bacino fondamentale per decidere le elezioni statunitensi del 2024. Il presidente in carica e il suo predecessore, favorito per la terza nomination repubblicana l’anno prossimo sanno che l’economia sarà la partita decisiva per capire se il Grand Old Party tornerà alla Casa Bianca o se la manterranno i democratici. E in quest’ottica i venti di neo-protezionismo, ritorno dello Stato e competizione globale con la Cina invitano il tema dell’industria a un ruolo decisivo.
La scorsa settimana sono andati in scena momenti che mostrano quanto per The Donald e il suo successore il voto operaio sia fondamentale. Mercoledì 27 settembre Trump ha visitato Detroit, storica capitale dell’automobile, scossa dallo sciopero congiunto degli operai di Chrysler, Ford e General Motors, sfidando i sindacati dell’United Auto Workers che avevano definito un “disastro” la prospettiva di un secondo mandato presidenziale e invitando gli operai a riferirsi direttamente a lui. Pronto a presentarsi come amico dei blue-collar workers , capace di tagliare le tasse e alzare i salari ai dipendenti dell’industria. Ha poi attaccato il sostegno dell’Uaw alla transizione all’elettrico delle grandi case, invitando l’America a difendere i presupposti industriali del suo progresso. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: