La questione israelo-palestinese ha vari gradi complessità, si potrebbe dire che è “paradigmatica” o esemplificativa della complessità geostorica, politica, etnica, religiosa e quant’altro. È da svariati decenni che è così ed in questi svariati decenni ha stratificato sfoglie e sfoglie di problemi e catene di rancore. Tant’è che è ormai diventata un “gioco” ovvero agire tra più attori attraverso le regole di una comune convenzione. Quindi, la faccenda è complicata in sé, ma soprattutto pare che a nessuno interessi risolverla ovvero pare ci siano tanti che hanno interesse affinché non venga risolta perché hanno interesse ad usarla come gioco.
Seguendo invece il format “monarchie”, il Marocco fa parte del gruppo che vorrebbe normalizzare le relazioni con Israele poiché queste entità non hanno alcuna reale pruderie ideologica reale se non quella che hanno tutti gli stati ovvero fare soldi. La Giordania è discorso a parte. A parte il fatto che la famiglia reale giordana vanta discendenza da Muhammad il che, anche se il Corano non dice nulla a riguardo la discendenza del Profeta (che anzi, fu proprio il motivo del dissidio che portò poi alla scissione tra sunniti e sciiti, questi derivanti proprio da Alì, cugino e genero del Profeta che rivendicava il diritto superiore al califfato), nei fatti sono quelli che si sono presi cura fattivamente dei palestinesi in quanto essere umani, senza particolare motivazione politica o ideologica, stanno lì accanto (il 25% della popolazione giordana è fatta di rifugiati palestinesi, ma calcolando i discendenti delle generazioni precedenti si può dire che i “palestinesi”, freschi più discendenti, sono la maggioranza). La Giordania tenta sempre di tenersi fuori dalle tenzoni arabe e naturalmente preferisce avere rapporti di buon vicinato con Israele. [...]
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