Senza ombra di dubbio, una delle parole più indicative dell’anno che sta per finire è “sostenibile”. Subito dopo, o subito prima, di “green”. Si fa un gran parlare di auto, navi elettriche, aerei a basso impatto ma si fa ancora una gran fatica a parlare di tassazione del settore aereo.Ebbene, se il traffico aereo fosse un Paese, sarebbe il sesto inquinatore al mondo. Subito prima della Germania e subito dopo il Giappone.
In altre parole, volare costituisce senza dubbio una delle più grandi conquiste recenti dell’umanità, ma il prezzo da pagare è stato alto: secondo i dati dell ICCT, il settore è responsabile del 2,4 per cento delle emissioni globali di CO2. Un chilo di cherosene produce 3,16 chili di anidride carbonica, e un motore a reazione utilizzato nei velivoli di linea brucia mediamente un chilo di combustibile al secondo; un dato che tocca il livello massimo in fase di decollo e che viene via via ammortizzato con l’aumentare delle distanze percorse. Oltre all’anidride carbonica ci sono altri fattori che vanno a incidere sul riscaldamento globale, come l’emissione di ossidi di azoto e la scia di condensazione: la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha calcolato che il traffico aereo contribuisce per il 5 per cento all’aumento del riscaldamento globale. [...]
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