Il 13 gennaio 2024, tra poco più di due mesi, i circa 24 milioni di abitanti di Taiwan saranno chiamati a scegliere il loro prossimo presidente. L’esito delle sempre più imminenti elezioni presidenziali taiwanesi influenzerà i rapporti tra l’isola, autogestita ma considerata dal governo di Pechino parte integrante del proprio territorio - nonché una “provincia ribelle” da riannettere alla madrepatria con le buone o con le cattive - e la Cina, intesa appunto come Repubblica Popolare Cinese.
Già, perché nel caso in cui le urne dovessero confermare al potere il Partito Progressista Democratico (PPD), Taipei continuerà sulla linea tracciata dall’attuale presidente Tsai Ing-wen: massima autonomia e indipendenza dalla Cina. Il problema è che, dall’altra parte dello Stretto di Taiwan, il presidente cinese Xi Jinping ha più volte lasciato intendere di voler annettere Taiwan alla mainland a qualunque costo. Compreso quello di combattere gli indipendentisti taiwanesi con le armi. [...]
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