La causa intentata da X (ex Twitter) e Media Matters for America (MMFA) è cruciale per il futuro della libertà di parola ed espressione sui social media. Motivo? Perché racconta come operano certi fact-checker tutt’altro che indipendenti. L’organizzazione no-profit di David Brock avrebbe mostrato, in un recente rapporto, i finanziatori e inserzionisti di “X” accanto a contenuti “antisemiti” apparsi sulla piattaforma. Un chiaro tentativo di “distruggere” la piattaforma social, secondo X, al fine di incoraggiare gli stessi inserzionisti a ritirare i loro investimenti.
L’ufficio del procuratore generale del Texas Ken Paxton ha annunciato che avrebbe indagato per “potenziale attività fraudolenta”. “Si tratta di un’azione legale frivola che mira a costringere al silenzio i critici di X”, ha replicato il presidente dell’organizzazione, Angelo Carusone. “Media Matters sostiene i suoi servizi e non vede l’ora di vincere in tribunale”. Lo scorso fine settimana, il proprietario di X, Elon Musk, aveva annunciato dal suo profilo X che avrebbe intentato una “causa termonucleare” contro Media Matters, pubblicando uno screenshot di un documento in cui X sostiene che quest’ultima “ha travisato la reale esperienza degli utenti” sulla piattaforma. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: