Il vantaggio di cui l’ex presidente Usa Donald J. Trump gode nei sondaggi nei confronti del suo diretto avversario, Joe Biden, nonché degli altri candidati repubblicani alla Casa Bianca, pone il tycoon nelle condizioni di essere - in questo momento - il grande favorito nella corsa presidenziale, nonostante le incriminazioni per l’assalto dei suoi sostenitori a Capitol Hill, i documenti top secret portati nella sua residenza di Mar-a-Lago e le accuse di frode fiscale. Dopotutto, anche Joe Biden ha i suoi guai: un’indagine di impeachment pendente e le accuse mosse contro il figlio secondogenito, Hunter Biden, non solo in materia fiscale ma anche per i poco chiari affari all’estero in cui peraltro il padre - al tempo vicepresidente - potrebbe essere coinvolto direttamente. La concreta possibilità che Donald Trump torni alla Casa Bianca ha scatenato il panico tra i neocon gli interventisti liberali. Sono le stesse persone che hanno trascinato gli Stati Uniti - e l’occidente - nelle guerre in Afghanistan, Iraq, Libia. E ora sostengono l’invio di armi in Ucraina e l’operazione militare di Israele a Gaza contro Hamas. Vedono un nemico in Trump esistenziale perché quest’ultimo ha definito la guerra in Iraq “un grave errore”, ha più volte criticato le Endless Wars degli Stati Uniti e, negli ultimi mesi, ha promesso una rapida fine della guerra in Ucraina, suggerendo di poter stipulare un trattato di pace con Vladimir Putin “e di concludere l’accordo in un giorno”. Durante la sua presidenza, non ha avviato nuove guerre.
In queste settimane abbiamo dunque assistito a un feroce attacco da parte dei neoconservatori contro Donald Trump. Qualora venisse eletto per un secondo mandato, sostengono, gli Stati Uniti rischierebbero di diventare una dittatura. “L’America è sopravvissuta al primo mandato di Trump, anche se non senza aver subito gravi danni. Un secondo mandato, se ce ne sarà uno, sarà molto peggio” ha scritto Jeffrey Goldberg su The Atlantic, forse il più convinto sostenitore dell’interventismo militare degli Stati Uniti insieme a Bill Kristol o David Frum. Sul Washington Post Robert Kagan afferma che una “dittatura di Trump è sempre più inevitabile. Dovremmo smettere di fingere. La sua presidenza si trasformerà in una dittatura? Le probabilità sono, ancora una volta, piuttosto buone” sottolinea in un editoriale pubblicato il 30 novembre. Kagan è il marito dell’influente diplomatica Victoria Nuland, vicesegretario di Stato ad interim dal 29 luglio 2023 nell’amministrazione Biden. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: