Il quarto mandato da primo ministro di Robert Fico, in Slovacchia, è iniziato all’insegna del cambiamento. Una svolta netta rispetto al passato che già si percepiva in occasione dell’ultima campagna elettorale, nella quale Fico, 59 anni, ha promesso di congelare gli aiuti all’Ucraina e di opporsi alle sanzioni alla Federazione Russa. Una politica estera criticata dall’establishment dell’Ue e dai grandi media, che vedono nel suo governo - nato da un accordo fra Smer, Hlas, il partito dall’ex primo ministro Peter Pellegrini, e il Partito nazionale slovacco (Sns) - un esecutivo nazionalista e filo-russo, attento alle tematiche sociali ma conservatore su quello dei diritti e alleato del premier magiaro Viktor Orban in politica estera. Insediatosi da poche settimane, Fico ha già iniziato a muoversi. Il primo ministro slovacco, giovedì scorso, ha infatti incontrato (separatamente) gli ambasciatori di Stati Uniti e Russia.
Ciò è avvenuto poco dopo che il Ministro degli Esteri Juraj Blanár ha incontrato l’omologo ucraino. Un segnale del dinamismo del governo di Fico sullo scacchiere internazionale. Il 24 novembre, dopo essere stato ricevuto a Praga dal suo omologo ceco, Petr Fiala, ha ribadito la sua posizione sulla guerra in Ucraina, spiegando che preferirebbe che russi e ucraini si sedessero a un tavolo negoziale. Fico ha inoltre dichiarato di rispettare la posizione ceca e ha ribadito che la Slovacchia è pronta a fornire aiuti umanitari e di altro tipo all’Ucraina. Ha però definito la guerra un “conflitto congelato” che non può essere risolto inviando armi all’esercito ucraino. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: