“Dopo il fallimento dell’offensiva ucraina, nelle élite ucraine sta crescendo la consapevolezza che è molto improbabile che Kiev riesca a sfondare e a recuperare i territori perduti. Ciò significa che a un certo punto ci sarà un cessate il fuoco o un accordo di pace che lascerà questi territori in mano russa (de facto, non de jure)”. È l’analisi sulla guerra in Ucraina di Anatol Lieven, analista politico britannico, visiting professor al King’s College di Londra e senior fellow al Quincy Institute for Responsible Statecraft. Lo abbiamo raggiunto per fare il punto sulla situazione in Ucraina. “Diverse forze stanno iniziando a posizionarsi per questo momento, in gran parte preparandosi a dare la colpa l’una all’altra (e all’Occidente)” osserva.
Dopo il fallimento della tanto sbandierata controffensiva, nel Paese si è aperta una faida interna all’élite tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il capo dell’Esercito ucraino, il generale Valery Zaluzhny. In un’intervista rilasciata all’Economist, Zaluzhny aveva smentito la propaganda di Zelensky sull’andamento della guerra. “Come durante la Prima Guerra Mondiale - ha dichiarato il generale - abbiamo raggiunto un livello tecnologico che ci mette in una situazione di stallo”. Nelle scorse ore, Zaluzhny ha rincarato la dose criticando la decisione del presidente ucraino di silurare i responsabili regionali del reclutamento in tutta l’Ucraina. “Erano professionisti, sapevano come fare, ma non sono più al loro posto”, ha detto Zaluzhny ai giornalisti secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax-Ukraine. [...]
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