Ora i trader sono improvvisamente di umore più “sobrio”, con un calo dei 500 titoli appartenenti al paniere dello 0,15% (chiusura dell’8 gennaio) in questi primi giorni di negoziazione del nuovo anno. Fluttuazioni così modeste non sono certo insolite nei primi giorni di contrattazione dei ogni inizio anno. Ciononostante, ci si chiede se l’impetuoso mercato toro protratto sino al 27 dicembre sia finito o se debba ancora proseguire.
La spiegazione della corsa rialzista si basa su un felice mix di forte crescita economica, riduzione ordinata dell’inflazione e, soprattutto, un enorme spostamento verso il basso delle aspettative sui tassi di interesse negli ultimi due mesi. L’economia americana si è espansa all’impressionante ritmo annualizzato del 4,9% nel terzo trimestre; secondo le stime in “tempo reale” che ho tratto da Reuters e da Bloomberg, negli ultimi tre mesi dell’anno forse è cresciuta di un ancora robusto 2,5%. Per ciò che concerne l’inflazione, negli ultimi tre mesi del 2023 i prezzi al consumo "core" sono aumentati a un ritmo medio annualizzato del 2,2%, solo di poco superiore all’obiettivo di inflazione della Federal Reserve. [...]
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