La Belt and Road Initiative (BRI) lanciata da Xi Jinping nel 2013 aveva inizialmente l’ambizione di creare un doppio collegamento, terrestre e marittimo, tra la Cina da un lato, e l’Europa e l’Africa dall’altro. Andando avanti il progetto si è ampliato, ha incluso sempre più partner (l’Italia, per inciso, è stata la prima nazione del G7 ad aver aderito ma anche la prima ad esserne uscita), nuovi investimenti e corridoi commerciali.
Uno di questi, altamente strategico per Pechino, avrebbe dovuto consentire al governo cinese di risolvere l’enigma rappresentato dal dilemma di Malacca. Ossia: trovare un modo alternativo per far passare le proprie navi – ergo: merci in entrata e uscita – senza per forza transitare attraverso lo Stretto di Malacca, choke point critico per il Dragone (dal quale passa circa l’80% delle importazioni energetiche cinesi) e monitorato da una nutrita presenza statunitense. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: