"Amico dei dittatori", "populista", "putiniano", "antisemita". L’establishment politico-mediatico britannico ed europeo è nel panico per la clamorosa vittoria dell’anticonformista George Galloway, che all’età di 69 anni ha aperto una breccia nel soporifero dibattito politico inglese post-Brexit, dando una lezione ai partiti tradizionali e all’impopolare Primo ministro Rishi Sunak.
Lo scrittore inglese ed ex parlamentare laburista, avversario di Tony Blair e uscito dal partito in opposizione all’invasione dell’Iraq (2003), si è ritagliato, negli ultimi vent’anni, una carriera di incendiario commentatore anti-establishment e anti-Nato, criticando duramente la politica estera del Regno Unito e dell’Alleanza Atlantica in Libia, Siria e Ucraina. Addirittura collaborando con "Russia Today" e apparendo non di rado su Sputnik, canali della Federazione russa. [...]
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