In America ha fatto scuola il precedente di Facebook, a cui sin dal 2009 è stato impedito l’acceso in Cina a seguito di alcune sommosse popolari avvenute nella città di Urumqi e organizzate dagli uiguri, che secondo il governo cinese erano state facilitate dalle funzionalità offerte dal social network fondato da Mark Zuckerberg.
La piattaforma irroga la sanzione e chi la subisce deve poi ricorrere, se mai ci riesce, alla giustizia civile per chiederne l’annullamento. Non c’è più un giudice terzo rispetto alle parti, che decide sulla base di una legge uguale per tutti, ma sono gli stessi gestori della piattaforma che definiscono le regole di comportamento e che applicano direttamente le sanzioni conseguenti. [...]
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