Anche di recente, l’Italia è stata sollecitata a ratificare il nuovo trattato che disciplina il MES, il Fondo che era nato come “Salvastati”, ma che ora è stato trasformato in “Salvabanche” per via della previsione di prevedere la funzione di backstop comune per il Fondo di risoluzione unico bancario.
Né il Fondo monetario internazionale, né tantomeno il Mes, hanno minimamente le risorse idonee da erogarci per sostenere un attacco su larga scala: sarebbe distruttivo dell’euro, se venisse portato a termine rendendo impossibile l’accesso delle nuove emissioni sul mercato e se i titoli in circolazione venissero deprezzati oltre misura come avvenne per quelli della Grecia. In quel caso, mentre erano quotati come carta straccia (anche al 30-40% del nominale) facendo disperare i piccoli risparmiatori che li avevano comprati e che se ne disfacevano per recuperare almeno un minimo del loro investimento, venivano acquistati dai Fondi ed altri operatori che guadagnarono cifre assai consistenti al momento della loro sostituzione con i nuovi titoli per via del loro maggior valore concordato con il governo greco (tra il 65% ed il 70% del nominale). [...]
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