L’Esercito europeo, la pietra miliare che secondo taluni è indispensabile in vista della costruzione di uno Stato federale, è stato il Convitato di pietra dell’ultimo Consiglio europeo, svoltosi il 21 e 22 scorsi: si è trattato di una sorta di Consiglio di Guerra per la prevalenza che hanno rivestito le tematiche relative alla guerra in Ucraina, questioni che vanno lette alla luce del complessivo riassetto delle relazioni internazionali di questa fase di post-globalizzazione e di ritorno alla Storia.
Innanzitutto, c’è la ridefinizione dei confini dell’Europa intesa come ambito dell’Occidente a guida americana, con la costruzione di una nuova Cortina di ferro che isoli nuovamente la Russia, amputando così le ambizioni geoeconomiche coltivate con successo dalla Germania che nel trentennio compreso tra il ’92 ed il 2022 era andata molto al di là del mandato conferitole alla caduta del Muro di Berlino, consistente nell’agglutinare attorno a sé i Paesi dell’ex Patto di Varsavia entrati a far parte prima della Nato e poi della Unione europea, avendo creato relazioni particolarmente intense e privilegiate con Russia e Cina facendo diventare Mosca il principale fornitore di energia e Pechino il principale partner sul piano industriale e commerciale. [...]
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