La stagione Nba si avvicina sempre più velocemente alla fase più calda, quella dei playoff che porteranno fino a giugno e fino a scoprire il nome della nuova squadra campione per il 2024. Inutile dire come l’attesa stia salendo, perchè è vero che negli anni si è cercato di migliorare lo spettacolo della regular season, ma la ferocia agonistica ed emotiva dei playoff con il livello che si alza e le gare da dentro o fuori rendono lo spettacolo cestistico completamente diverso.
Diverso è anche ciò che accade nelle due città che si ritrovano a ospitare le Nba Finals, l’atto finale della stagione che vede di fronte una squadra della Wester Conference e una delle Eastern Conference. Si gioca al meglio delle 7 partite, chi arriva per primo a 4 vittorie si porta a casa titolo e gloria sportiva. Che cosa rimane però alle città che ospitano questo grande evento sportivo che diventa anche occasione mediatica per farsi conoscere ad un pubblico vasto, eterogeneo e sparpagliato in tutto il mondo? Certo ci sono l’esaltazione della vittoria o l’onore della sconfitta, ma non bisogna sottovalutare anche l’impatto economico che un grand show sportivo come l’Nba è in grado di portare potenzialmente in luoghi molto diversi degli Stati Uniti per collocazione, storia, cultura e modo di vedere il mondo. Gli ultimi due casi sono quelli di Denver e Miami, due realtà molto diverse tra loro: una incastonata a 1600 metri di quota tra le montagne rocciose, l’altra adagiata di fronte all’oceano con clima e atmosfere che di freddo hanno davvero poco. [...]
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