Prima le relazioni commerciali sempre più intense con la Cina, i flirt lungo la Nuova Via della Seta e il possibile ingresso nel gruppo dei Brics. Poi il dietrofront deciso da Javier Milei, desideroso di riportare Buenos Aires sui binari del blocco occidentale. La parabola delle relazioni sino-argentine ha seguito esattamente questo andamento, anche se adesso la propaganda politica del neo presidente argentino deve fare i conti con la realtà. E la realtà è molto semplice: purtroppo per Milei, il suo Paese non può ancora rinunciare a Pechino.
Otto mesi fa, il leader anarco-capitalista aveva promesso che avrebbe frenato i legami con la Cina se avesse vinto le elezioni. Oggi la situazione è ben diversa, visto che l’inquilino della Casa Rosada sta assumendo un tono molto più pragmatico. Milei è persino arrivato ad affermare che le relazioni commerciali tra Cina e Argentina non sono cambiate “per niente” e che non ha alcuna intenzione di toccare uno scambio di valuta che vale 18 miliardi di dollari. “Abbiamo sempre detto che siamo libertari. Se le persone vogliono fare affari con la Cina, possono farlo”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Bloomberg. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: