Non piace davvero nessuno la prospettiva che le Banche centrali emettano loro proprie monete digitali (CBDC): mentre il sistema bancario ne teme il dirompente potenziale a suo danno, per il pericolo dello svuotamento dei depositi di conto corrente visto che nelle intenzioni delle Banche centrali sarebbe un asset perfettamente liquido, pienamente trasferibile e dal valore garantito in modo assoluto, il mondo delle criptovalute la percepisce come un tentativo disperato di riconquistare la fiducia del mercato sulla stabilità delle monete fiat, dopo anni di creazione continua di liquidità.
Ma questa trasformazione ha inciso su quella che è stata per secoli l’Alchimia dei banchieri: la “trasformazione delle scadenze”, cioè la capacità di impiegare i depositi di conto corrente, un risparmio smobilizzabile senza preavviso, in altrettanti impieghi creditizi a medio e lungo termine. Va chiarito, infatti, che nonostante si parli correntemente di “depositi” bancari come se si trattasse di una semplice custodia di fondi, dal punto di vista giuridico la banca acquista la proprietà del denaro che viene depositato e ne diventa debitrice della restituzione. [...]
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