Il Governatore della Banca d’Italia, nello svolgere le sue recenti Considerazioni finali, si è soffermato sulla necessità di assicurare afflussi di manodopera regolare dall’estero per agevolare la attività produttiva che soffre per una scarsa dinamica demografica interna: le imprese italiane hanno bisogno di immigrati per soddisfare la loro offerta di lavoro.
Ma c’è un problema: dopo decenni di processi di smantellamento delle imprese, tra esternalizzazioni e delocalizzazioni, di demansionamenti in massa e di cessioni di interi rami di impresa a fantomatiche cooperative composte da ex-dipendenti, ora neppure le poche imprese che investono in settori innovativi trovano più personale qualificato: non è neppure una questione di stipendio basso, semplicemente non c’è nessuno da assumere. E non sono gli immigrati che arrivano a decine di migliaia, regolari e non, che risolveranno questa difficoltà. [...]
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Nadia-Berio-151255
·Giugno 2024
Come se fare il muratore fosse un motivo di vergogna. Secondo me dal cambio ci guadagneremmo se fosse veramente così ed arrivasse gente pronta a fare lavori indispensabili. Oppure potremmo chiedere ai nostri laureati di costruire le case. Peccato che i palazzi siano fatti di mattoni e non di chiacchere.