Come ha avuto modi di dire qualche giorno fa il Maestro pensatore Giorgio Agamben (sulla cui preparazione solo un soggetto in mala fede potrebbe aver da contestare): "E’ probabile che ben pochi fra coloro che si apprestano a votare per le elezioni europee si siano interrogati sul significato politico del loro gesto. Poiché sono chiamati a eleggere un non meglio definito «parlamento europeo», essi possono credere più o meno in buona fede di star facendo qualcosa che corrisponde all’elezione dei parlamenti dei paesi di cui sono cittadini. È bene subito chiarire che le cose non stanno assolutamente così."
Agamben continua spiegando il "rimosso" tra realtà politica e giuridica. Cercando di spiegarlo in maniera molto semplice, potremmo partire dal fatto che, dal punto di vista del diritto costituzionale, l’Europa non esiste. Avete capito bene, non esiste. Quella che chiamiamo «Unione europea» è in realtà tecnicamente un patto fra stati, che concerne esclusivamente il diritto internazionale, come stabilito dal trattato di Maastricht, entrato in vigore nel 1993. Ne discende che il Parlamento europeo che si tratta di eleggere non sia, in verità, un parlamento, perché manca del potere di iniziativa legislativa, che è interamente nelle mani della Commissione europea, e l’unico altro interlocutore rilevante è il Consiglio europeo. [...]
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claudio-vedrini-156316
·5 mesi fa
credo proprio di essere d’accordo