Non si fermano mai. Anche se ormai l’opinione pubblica ha capito che spesso ci troviamo di fronte a arroganti truffatori, la casta delle banche continua imperterrita a mostrare i propri deliri di onnipotenza. Molti clienti subiscono minacce come questa: «Se non fa un versamento per rientrare nei limiti del fido concesso, le revochiamo la linea di credito e la segnaliamo alla Centrale rischi». Salvo poi scoprire che il fuori fido era stato causato dall’addebito delle competenze trimestrali, calcolate con tassi di interesse usurai.
A tal proposito, vale la pena far vedere che tipo di reazione ha avuto una grande banca del Paese quando un imprenditore che non è assolutamente in stato di conclamata insolvenza e che ha un debito residuo di circa 35 mila (comprensivo di interessi presumibilmente usurai) non può accettare (altrimenti altera i suoi equilibri finanziari) un piano di rientro in 17 rate da 1.500 euro con un versamento iniziale di 8 mila euro. Quell’imprenditore non scappa ma propone un rientro in 20 rate (solo tre in più rispetto a quelle previste dalla banca) da 1.500 euro e una rata iniziale di 3 mila euro (anziché 8 mila euro: una differenza di soli 5 mila). [...]
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