Andiamo al sodo, alla questione del salvataggio degli Stati, perché quella del backstop previsto in caso di crisi bancarie, facendo intervenire il MES come “prestatore di ultima istanza a condizioni di neutralità fiscale nel medio termine” è una fanfaluca: la crisi americana del 2008 ha richiesto fondi colossali agli Stati per salvataggi bancari in Europa, i tanto vituperati bail-out che ora sono stati vietati facendo pagare gli azionisti, gli obbligazionisti ed i depositanti per importi superiori al 100 mila euro, visto che nel 2012 le garanzie fornite dagli Stati aderenti all’Eurozona alle rispettive banche in difficoltà sono ammontate a 598 miliardi di euro, di cui ben 294 miliardi per la sola Germania. Nella Ue a 28, quando c’era ancora la Gran Bretagna, le garanzie erano arrivate a 781 miliardi di euro, di cui 176 miliardi solo per la stessa Gran Bretagna.
Bisogna leggersela, almeno una volta, questa riforma del Trattato istitutivo del MES che l’Italia tiene bloccata da mesi, impedendo che entri in vigore perché è l’unico Paese tra quelli che hanno aderito all’euro a non averlo ancora ratificato: perché solo leggendola ci si rende conto che innanzitutto è del tutto fuorviante la definizione di “Fondo Salvastati”, visto che la sua vera funzione diviene quella di agevolare il default controllato del debito pubblico di uno Stato in difficoltà perché non è in grado di rispettare le scadenze relative al pagamento degli interessi o quelle dei rimborsi, e non è in grado di rifinanziarlo a condizioni accettabili. [...]
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Nadia-Berio-151255
·Giugno 2024
Secondo me si può uscire dall’ Euro. Il discorso è che prima bisogna ridurre veramente il debito a rapporti accettabili in modo da non doverlo monetizzare. A quel punto si esce e si adotta una moneta nazionale credibile, senza necessità di svalutazioni per sostenere il debito. Quanto alla competitività, ammesso che questo debba essere lo scopo, non la si ottiene svalutando, storicamente la svalutazione ha portato solo a spirali salari-prezzi, non ad aumenti della competitività.
Come ridurre il debito senza aumentare le tasse?
1) de burocratizzazione con taglio di 1/3 degli impiegati pubblici
2) ricalcolo contributivo delle pensioni
3) abolizione della cassa integrazione e della disoccupazione e sostituzione con un reddito universale legato all’ ISEE
4) abolizione dei contributi alla produzione e alla ricerca
5) ricontrattazione con big pharma dei prezzi pagati dal sistema sui farmaci salvavita