Applicare subito e correttamente il diritto dell’Unione Europea conviene. Temporeggiare, oppure farlo in modo sbagliato, può invece rivelarsi un grave errore, anche solo dal punto di vista del bilancio. Il nostro è tra i paesi membri più soggetti alle procedure d’infrazione, che in circa dieci anni, dal 2012 e fino al periodo 2002-2023, hanno portato l’Italia a pagare sanzioni per un totale di 998 milioni di euro.
Quasi un miliardo che poteva essere trattenuto nelle casse dello Stato, se solo il nostro Paese avesse dimostrato maggiore reattività nell’applicazione del diritto dell’Ue, come rilevato dall’ultima Relazione annuale sui rapporti finanziari tra l’Italia e l’Unione europea, elaborato dalla Corte dei conti. Si tratta di un conto salato e non ancora chiuso, dato che a carico dell’Italia risultano ancora pendenti 66 procedure d’infrazione, di cui 49 per violazione del diritto dell’Unione e 17 per mancato recepimento di direttive. Anche se non è detto che ognuna porterà a sanzioni (a oggi l’Italia è stata sanzionata economicamente solo per sei sentenze). [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: