Venerdì scorso il primo ministro ungherese Viktor Orban è volato a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin, suscitando grande indignazione tra i leader dell’Unione europea. Orban è infatti il primo leader dell’UE a visitare la capitale russa dall’aprile 2022 e il suo viaggio è stato criticato dagli altri leader per il fatto che Budapest ha da poco assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea. Parlando con i giornalisti dopo l’incontro, Putin ha detto che la Russia è "sempre aperta alla discussione" per una soluzione politica e diplomatica del conflitto in Ucraina, pur sottolineando che i termini sono quelli già evidenziati dalla Federazione russa nei mesi scorsi.
I leader europei hanno lasciato campo alle iniziative diplomatiche prima del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, e ora del premier magiaro Viktor Orban, archiviando ogni tentativo di dialogo al fine di arrivare non alla pace ma quantomeno a una tregua o a un accordo negoziale con il Cremlino. Mai come in questa fase storica, è apparso chiaro il fatto che l’Unione europea non è altro che il braccio politico-burocratico della NATO e non gode di una vera e propria autonomia e indipendenza rispetto all’Alleanza Atlantica e al suo partner di maggioranza, gli Stati Uniti d’America. Il timore degli esperti che, giunti a questo punto, si prosegua a oltranza fino alla resa di una delle due parti, presumibilmente di Kiev, stando alla situazione attuale sul campo di battaglia. [...]
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