Un tempo il Giappone era il principale produttore di chip al mondo. Dalla fine degli anni ’90 in poi le grandi aziende del Paese hanno tuttavia dirottato altrove i loro investimenti e interessi, lasciando i semiconduttori al loro destino (e nelle mani di altri Paesi, Taiwan e Corea del Sud in primis).
Oggi che il vento è cambiato, e che le tensioni internazionali mettono a rischio le catene di approvvigionamento globali, Tokyo ha cambiato registro. Non è un caso che il governo guidato da Fumio Kishida abbia aumentato il suo supporto all’industria dei semiconduttori. Basti pensare che tra il 2021 e il 2023 il Giappone ha investito circa 23,17 miliardi di dollari per rianimare l’intero settore. Si tratta, per la cronaca, di una quota di pil superiore a quella messa sul tavolo da Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito. [...]
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