Fino ad allora era il candidato che, le elezioni del 2024, poteva perderle soltanto lui: a metà luglio, nella media RCP dei sondaggi nazionali, aveva tre punti di vantaggio, 47,4% contro 44,4%, su Biden, diventato un avversario concorrente decrepito. E impresentabile anche agli occhi di Barack Obama, Nancy Pelosi, Chuck Schumer e George Clooney, il politburo segreto e non eletto del comitato centrale del partito Democratico.
Al suo posto, più o meno apprezzata dagli stessi membri del politburo (a oggi 24 luglio Obama non ha ancora dato il suo pubblico endorsement) c’è invece ora Kamala Harris. Pur essendo stata finora la vicepresidente più impopolare della storia americana, sempre inferiore allo stesso Biden nei sondaggi con minimi sotto il 40%, dopo la debacle del dibattito del 25 giugno contro Trump alla CNN Kamala ha visto lievitare il proprio indice di stima. Sostanzialmente grazie al terrore provato dagli elettori Democratici nel dover sostenere il presidente destinato a perdere. Il sollievo per l’addio annunciato del patetico Joe ha fatto salire oggi la quotazione di Kamala fino all’attuale 1,6 punti di distacco da Trump, 47,5% contro 45,9%, nella stessa media RCP. Va notato, inoltre, anche un primo sondaggio nazionale, da molto tempo a questa parte, in cui Trump viene superato: è quello Reuters-Ipsos di ieri che piazza Harris al 44%, due punti sopra il 42% per Trump. [...]
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