Per ogni euro che entra in Italia, ce ne sono circa 20 che vanno all’estero. Quando si parla di “rimesse”, ossia del reddito che il lavoratore straniero risparmia e invia alla famiglia che vive nel paese di origine, il saldo per il nostro Paese è pesantemente negativo. Lo è da circa trent’anni: dalla metà degli anni ’90 il flusso di denaro inviato all’estero dall’Italia da parte dei lavoratori stranieri ha cominciato a superare quello che, al contrario, gli italiani spedivano alle famiglie nel nostro Paese. Ora però il divario si sta allargando ulteriormente. Si parla di miliardi, frutto di lavoro svolto in Italia e che ogni anno vanno all’estero: qualcuno potrebbe considerarlo denaro “perso”, anche se bisogna sottolineare che la disposizione dei frutti del proprio lavoro è libera e che queste risorse rappresentano una fonte di finanziamento importante e spesso essenziale per sostenere le economie in via di sviluppo.
Alla Banca d’Italia è affidata la compilazione della bilancia dei pagamenti nazionale, che raccoglie le statistiche ufficiali sulle rimesse in entrate e in uscita. È bene usare l’aggettivo “ufficiali” perché, come vedremo, sul tema bisogna considerare una buona parte di sommerso. Nel 2023 le rimesse dei lavoratori stranieri in Italia sono state pari a 8,2 miliardi di euro, stabili al confronto con l’anno precedente. Sempre nel 2023, sono state invece pari ad appena 480 milioni di euro le rimesse inviate dagli italiani all’estero a favore dei propri connazionali in Italia. Il saldo negativo è stato quindi di oltre 7,6 miliardi e negli ultimi anni sta aumentando. [...]
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