Con il “Fronte repubblicano” formato dal Fronte Popolare di Mélenchon e i centristi di Emmanuel Macron al secondo turno – ossia con il ritiro del candidato meno favorito nei “triangolari”, le sfide a tre dei ballottaggi alle ultime elezioni, per arginare l’avanzata della destra di Le Pen e Bardella – il presidente francese aveva invocato la necessità di salvare la Repubblica Francese dall’estrema destra.
Sessanta giorni dopo le elezioni parlamentari che hanno visto la vittoria del Fronte Popolare ma un parlamento senza maggioranza, Macron ha nominato la scorsa settimana Michel Barnier, un politico esperto del centro-destra, come nuovo primo ministro, "tradendo" così il voto popolare che aveva portato Mélenchon e il suo Fronte Popolare a rivendicare la legittimità di esprimere un primo ministro di sinistra, l’economista Lucie Castets. Questa scelta rischia di aggravare l’instabilità del Paese, piuttosto che offrire una via d’uscita alla crisi politica. Mélenchon, dal canto suo, è caduto nella trappola di Macron, accettando la retorica antifascista del “Fronte repubblicano” contro Le Pen, proprio mentre la Francia chiedeva un cambiamento rispetto alle politiche di Macron. [...]
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