Lo stesso era balenato in testa a qualcuno di fare con quello di Taranto, chiudendo finalmente e definitivamente le acciaierie che hanno procurato tanti danni all’ambiente ed alla salute dei cittadini, sfruttandone gli immensi spazi ora occupati: una ferrovia ad alta capacità avrebbe collegato Napoli, creando uno snodo capace di alimentare un enorme volume di traffico, ma la presenza dei comandi della Marina militare e di Alti comandi ha fatto sfumare questa idea. A Trieste c’era stata la stessa prospettiva, bloccata in extremis dai tedeschi che temevano la concorrenza con Amburgo per rifornire di merci provenienti dalla Cina e dagli altri Paesi asiatici tutto il bacino della Mittle Europa che non ha uno sbocco diretto al mare. Di Genova si sa: solo la nuova gigantesca diga foranea di cui è appena iniziata la costruzione con fondi pubblici ed europei, unitamente ad un riassetto dei collegamenti con l’entroterra, può assicurare un futuro al porto ligure che altrimenti rischia l’asfissia.
Questo è il punto cruciale: le risorse per realizzare le nuove grandi infrastrutture portuali ed aeroportuali sono sempre prevalentemente pubbliche. Una volta costruite, si vendono ai privati che sviluppano il business con quello che hanno in mano, senza avere la capacità di fare molto altro: basta pensare il progetto colossale relativo all’aeroporto romano Leonardo da Vinci, con la nuova aerostazione che doveva essere costruita sul versante opposto a quella esistente nel comune di Fiumicino, partendo da zero nell’area di Palidoro e sfruttando l’accesso dall’Autostrada Roma-Civitavecchia. Così come è stato per il nuovo stadio di calcio, che avrebbe dovuto rimpiazzare l’Olimpico, non se n’è fatto nulla. [...]
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Commenta:
Max-Morini-162334
·2 mesi fa
Sono perfettamente d’accordo con le critiche alle (non) politiche di privatizzazione e, sempre in ordine a privatizzazioni, sono d’accordo con l’allarme per il subìto fenomeno di colonizzazione che molte di esse determinano.
E quindi?
Vista la denuncia, mancano però proposte per possibili soluzioni: come ne usciamo?