I sostenitori della cosiddetta decrescita proclamano che senza un radicale cambiamento economico — e un PIL in calo — il collasso ecologico incombe. I detrattori, nel frattempo, liquidano questo come un tecno-pessimismo ingiustificato, intriso di linguaggio vago e politiche insostenibili o vaghe. Alcune recenti revisioni valutano questa fiorente area di ricerca. Quali difetti trovano?
Una di Ivan Savin dell’École Supérieure de Commerce de Paris e Jeroen van den Bergh dell’Università Autonoma di Barcellona fornisce munizioni ai critici, analizzando 561 studi contenenti "decrescita" o "post-crescita" nel titolo. Si lamentano di una pletora di definizioni di decrescita e affermano provocatoriamente che i ricercatori stanno "colonizzando" aree distinte usando il termine per confezionare lavori su, ad esempio, il riciclaggio. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta: