In un contesto dove le decisioni economiche e commerciali degli Stati Uniti vengono annunciate e poi ritrattate nel giro di una giornata, dove la politica estera diventa moneta di scambio per il consenso interno, il rischio per l’investitore è quello di confondere la volatilità con il valore. E invece no: la volatilità genera rumore, il valore si nasconde nei numeri.
È qui che entra in gioco l’approccio di chi, oltre le urla di mercato, si concentra su dati concreti: multipli. Osservando con attenzione questi elementi, è possibile notare che alcune big cap americane, vere e proprie colonne portanti del mercato, sono tornate su valutazioni più ragionevoli, se non addirittura interessanti. [...]
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