È passato ormai più di un mese dal primo vero “shock” generato dalla nuova amministrazione Trump: una raffica di annunci tariffari che ha riportato alla memoria il fantasma del protezionismo anni ‘30, in piena Grande Depressione. Eppure, a distanza di settimane, la situazione resta tutt’altro che chiara. La minaccia dei dazi è ancora sul tavolo, la comunicazione da parte della Casa Bianca è altalenante, e i mercati, prima azionari, ora obbligazionari, si muovono al ritmo degli umori presidenziali. Ma in questo contesto di incertezza cronica, qual è la vera lezione che ogni investitore dovrebbe aver ormai imparato?
La risposta si concentra in un solo concetto: il market timing, in condizioni di incertezza politica, è quasi sempre destinato a fallire. [...]
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