È solo business, un business colossale: quello della difesa è un potentissimo settore oligopolistico, in cui pochi soggetti industriali, che non arrivano alle dita di una sola mano negli Usa mentre in Europa sono al massimo due o tre per Paese, vendono ai rispettivi governi i propri prodotti al prezzo che vogliono. Il che consente loro di fare utili enormi, e di finanziare lautamente organizzazioni parallele, costituite come Fondazioni di ricerca nel settore geopolitico e della sicurezza, con cui si foraggiano politici e militari in pensione che nobilitano la spesa per la difesa.
È un bel circo, non c’è che dire, il Warfare System, di cui bisogna diffidare, come fece il 17 gennaio 1961 nel suo discorso di commiato per la fine del suo mandato presidenziale Dwight Eisenhower. [...]
Questo articolo è riservato agli abbonati
Sostieni il giornalismo di qualità, abbonati a Money.it
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenta:
Claudio-Fogazza-155507
·ieri
"La politica di sicurezza e di difesa nell’Unione Europea è una competenza in prevalenza degli Stati membri".
L’Unione Europea, essendo una Comunità Economica, può occuparsi di spese militari solo in termini economici, come ha fatto per l’emergenza covid.
Per costruire un arsenale di deterrenza o un esercito europeo deve prima diventare una Comunità Politica per poi sviluppare una "autonomia strategica" con tempi lunghissimi, difficilmenti raggiungibili, perciò l’UE può rafforzare la sua presenza nella Nato.
La gepolitica dell’UE è molto più vasta: deve prima allargarsi dagli attuali 27 ai 46 membri del Connsiglio d’Europa, più le nazioni di lingua turca.
E’ un viaggio lungo ma inevitabile, che infine comprenderà anche la Russia, la Bielorussia e l’Iran.
L’attuale politica aperta al Sud del Mondo porta ad una coesione di libero mercato, di sviluppo economico globale, coerenti con le funzioni della Comunità Economica europea, denominata Unione Europea, ma che porterà inevitabilmente verso la Federal Europe, entità politica allargata.
L’autonomia strategica è un obiettivo geopolitico che non riguarda solo la difesa ma anche l’alta ingegneria, l’autonomia delle risorse minerarie ed energetiche, l’elettronica avanzata, lo Spazio, la sanità, l’istruzione, ecc.
Occorre affrontare le grandi sfide per obiettivi chiari e sfidanti, coordinamento dei settori privati con un ruolo di leadership del pubblico, forte di competenze proprie e non esternalizzate, una radicale alternativa ideologica, valoriale, economica.
Sono politiche connesse alla sopravvivenza dell’Unione Europea aperta alla geopolitica sul clima,sulla salute, sull’industria, sulla difesa, sull’istruzione, sullla ricerca, sulla cultura.